Tecnostress: definizione, cause, effetti, valutazione e rimedi

I tempi cambiano, si evolvono velocemente e l'introduzione delle nuove tecnologie altera anche il volto delle aziende dando luogo alla nascita di nuove tipologie di rischio professionale. Una di esse è il tecnostress, che negli ultimi anni è diventato una realtà sempre più comune in tutte le tipologie di aziende, affliggendo un numero sempre maggiore di lavoratori. In questo periodo in cui il Covid ha costretto molti a lavorare tramite le modalità dello smart working, questa patologia si è diffusa maggiormente.
In questo articolo ci occuperemo di questa particolare malattia professionale fornendone una definizione, indicandone le cause e le patologie per poi soffermarci sugli aspetti normativi della valutazione del rischio e della malattia professionale e suggerire alcuni rimedi.

Cosa si intende per Tecnostress

Il termine technostress è stato coniato nel 1984 da Craig Brod, per indicare lo stress indotto dall'utilizzo di nuove tecnologie soprattutto informatiche, derivato spesso dal malfunzionamento delle stesse.
A fornire un'altra definizione di tecnostress sono Michelle Weil e Larry Rosen le cui tesi lo descrivono come "Ogni conseguenza negativa che abbia effetto su attitudini, pensieri, comportamenti o psiche, causata direttamente o indirettamente dalla tecnologia".

Tecnostress: da cosa dipende

Il tecnostress è una sindrome da stress causata dall'utilizzo delle ICT o Information and Communication Technologies. è una forma di stress causata da un utilizzo eccessivo, smodato e disfunzionale da tali tecnologie che ha impatti significativi sia sulla vita sociale dell'individuo che su quella lavorativa.
Volendo indicare le principali cause si può dire che il tecnostress è correlato a:

  • gestione di un numero ingente di informazioni;
  • uso eccessivo degli apparecchi;
  • fretta nell'esecuzione delle operazioni.

Altri aspetti che influiscono sul manifestarsi della patologia possono essere la postura, o le modalità di lavoro come lo smart working, che fa della tecnologia il suo strumento principale.

Tecnostress: Sintomi, Effetti e Patologie

L'esposizione al tecnostress può far insorgere alcune patologie, che si manifestano tramite sintomi ed effetti riconoscibili a più livelli, causando patologie e disturbi differenti. Per maggiore chiarezza li esporremo nella seguente tabella:

Livello Effetti
Soggettivo apatia, noia, frustrazione, senso di colpa, irritabilità, tristezza, depressione, attacchi di panico, euforia, ansia, spossatezza
Comportamentale disfunzioni del comportamento alimentare, utilizzo di alcol e droghe, eccitabilità, irrequietezza, difficoltà di parola, attacchi di rabbia, calo del desiderio, insofferenza verso le altre persone, aggressività, anche passività, tendenza all'isolamento, incapacità di agire;
Cognitivo difficoltà nello svolgere i compiti, disfunzioni decisionali, deficit dell'attenzione e della concentrazione, riduzione e perdita dell'efficacia, difficoltà a lavorare in team, lievi amnesie, calo del funzionamento intellettuale, aumento di sensibilità alle critiche, distorsioni e fraintendimenti di situazioni
Fisiologico ipertensione, disturbi cardiocircolatori, emicrania, sudorazione eccessiva, secchezza della bocca, difficoltà respiratorie, vertigini, mal di testa, formicolio degli arti, mal di schiena e al torace, disturbi del sonno, stanchezza cronica, affaticamento mentale e disturbi gastrointestinali
Organizzativo assenteismo, scarsa produttività, alto tasso di incidenti, antagonismo sul posto di lavoro, insoddisfazione, ritardo e malfunzionamento nei processi produttivi, organizzativi e gestionali

Da non sottovalutare il fatto che il tecnostress in azienda può causare un incremento dei costi di gestione a causa dell'aumento del rischio per la salute e la sicurezza delle imprese e della necessità di rivolgersi a medici.

Valutazione del Tecnostress

Nel 2007 il tecnostress è stato ufficialmente riconosciuto come malattia professionale, di conseguenza analizzarne le cause e gli effetti sui lavoratori rientra nell'obbligo di valutazione dei rischi previsti dal D.Lgs 81/08. La valutazione va effettuata analogamente a quella dello stress lavoro-correlato.
L'INAIL, nella fattispecie il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, ha proposto una metodologia per la valutazione del rischio basato sul modello Management standards approntato dall'Health and safety executive (Hse).
Tramite questo modello viene effettuata un'analisi dell'uso delle ICT al lavoro prendendo come riferimento sette dimensioni organizzative chiave, ovvero:

  • Domanda
    in quanto il technostress è spesso dovuto ad un carico eccessivo di lavoro detto techno-overload;
  • Controllo
    in quanto l'automazione del lavoro comporta una perdita di controllo e potere sui processi lavorativi con conseguente spersonalizzazione e aumento dell'isolamento;
  • Supporto del management
    in quanto i superiori potrebbero ridurre i livelli di tecnostress favorendo la diffusione della cultura del corretto utilizzo delle tecnologie digitali, migliorando l'assistenza tecnica;
  • Supporto dei colleghi
    in quanto l'utilizzo di piattaforme sociali e di sistemi di comunicazione tra pari sono un ottimo rimedio contro l'isolamento derivato dall'utilizzo di ICT;
  • Relazioni
    in quanto le ICT potrebbero alterare la capacità del soggetto di relazionarsi gli altri, dando vita a forme di comunicazione poco chiare e fraintendibili;
  • Ruolo
    in quanto l'aspetto multi-tasking dell'utilizzo delle ICT porta al dilatamento dei confini del "ruolo" del lavoratore, portando spesso alla sovrapposizione di compiti, responsabilità e aspettative che spesso non possono essere soddisfatte;
  • Cambiamento
    in quanto bisogna tener conto dei cambiamento derivati dall'utilizzo delle ICT, sia a livello di vantaggio nei processi lavorativi e nella qualità del lavoro, sia in termini di introduzione di nuovi rischi, bisognerà dunque far "evolvere" il lavoro e i lavoratori in modo da garantire un confronto agevole con la tecnologia;

Quali sono le misure primarie di prevenzione del rischio tecnostress

Le misure di intervento primarie possono svolgersi a due livelli:

  • Livello individuale, consentendo al lavoratore di mettere in atto comportamenti per cambiare la situazione (strategie di problem solving);
  • Livello organizzativo, diminuendo il numero di richieste poste ai lavoratori e implementando supporto tecnico e formazione sul corretto utilizzo.

Rimedi: la meditazione come cura per il tecnostress

Giunti a questo punto è bene capire come alleviare il tecnostress dei lavoratori sottoposti a sovraccarico cognitivo, esistono dei rimedi?
Un modo efficace per combattere il tecnostress può essere la meditazione, che si rivela un ottimo strumento di prevenzione.
Lo stato di coscienza indotto dalla meditazione aiuta a ridurre l'attività del sistema limbico, mitigando le emozioni e di conseguenza lo stress.
Altro vantaggio della meditazione è quella favorire l'azione dell'ipotalamo di mantenere l'equilibrio psico-fisico dell'organismo ripristinando i corretti ritmi dell'equilibrio tra sonno e veglia che la sovrastimolazione da ICT potrebbe alterare.
Inoltre, a livello cognitivo, la meditazione guida il soggetto verso un'autosservazione che gli permette di analizzare e comprendere meglio i propri disordini emotivi e comportamentali, garantendo una maggiore lucidità e acutezza di pensiero.
Una pratica meditativa costante e corretta potrebbe rivelarsi il rimedio più efficace contro il tecnostress, ancora una volta la soluzione per i "problemi del futuro" arriva dal passato.

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