Malattia Professionale: cos'è, a chi rivolgersi, chi paga, come fare denuncia

Oggi parleremo di una degli aspetti e delle alterazioni della salute e dell'integrità dei lavori che la normativa in vigore sulla sicurezza sul lavoro tenta di eliminare o ridurre al minimo con le dovute azioni di valutazione e applicazione di norme protettive: La malattia professionale. Partiremo offrendovi una definizione, elencandone le principali caratteristiche e paragrafo dopo paragrafo vi sveleremo tutto quello che bisogna sapere.

Malattia Professionale: Definizione

Per malattia professionale si intende un "danno" che si manifesta nel lavoratore in modo lento, graduale e progressivo, le cui cause sono riconducibili all'attività lavorativa svolta. In molti tendono a confonderla con l'infortunio sul lavoro, ma tra essi c'è una netta distinzione ed è relativa alle modalità in cui entrambe si verificano:

  • l'infortunio in genere è un danno che si verifica nell'immediato, un vero e proprio trauma dovuto spesso a causa violenta, come una caduta rovinosa ad esempio;
  • la malattia professionale è una vera e propria patologia che si sviluppa nel tempo a seguito all'esposizione prolungata ad un determinato fattore di rischio;

Viene anche detta tecnopatia, e per essere considerata tale essa deve essere contratta in "occasione di lavoro", ovvero deve esserci un rapporto di causa-effetto (rapporto eziologico o nesso causale) tra l'attività svolta dal lavoratore o gli agenti a cui è esposto e l'insorgere della malattia stessa.

Caratteristiche

la malattia professionale è caratterizzata dalla latenza temporale presente tra la prima esposizione e la manifestazione ed in base ad essa è possibile distinguere:

  • malattia professionale a latenza breve o brevissima
    che si manifesta dopo giorni o mesi;
  • malattia professionale a latenza media
    che si manifesta dopo alcuni anni;
  • malattia professionale a latenza lunga
    che si manifesta dopo molti anni o addirittura decenni;

Malattia professionale a chi rivolgersi

A tutela del lavoratore che la contrae il D.P.R. n. 1124 del 1965, ha istituito una copertura INAIL estesa a tutte le malattie in apposite tabelle. Si è creata dunque la divisione tra:

  • Malattie professionali tabellate
    o presenti nelle tabelle per cui non c'è bisogno che il lavoratore dimostri la causa;
  • Malattie professionali non tabellate
    o non presenti nelle tabelle, che prevedono che il lavoratore dimostri la causa professionale;

Il DM del 27/04/2004 ha successivamente raggruppato le malattie professionali in 3 categorie secondo il seguente schema:

  • Origine lavorativa elevata;
  • Origine lavorativa di limitata probabilità;
  • Origine lavorativa possibile;

Chi paga e come

Ovviamente a pagare è sempre l'INAIL che, in caso il lavoratore risulti impossibilitato a tornare a riprendere l'attività, deve corrispondere un'indennità dal 4 giorno successivo alla manifestazione della malattia, con una retribuzione che ammonta:

  • al 60% della retribuzione media giornaliera per i primi 90 giorni;
  • al 75% della retribuzione media giornaliera dal 91° giorno fino alla guarigione;

L'indennità viene calcolata sulla retribuzione percepita dal dipendente prima di effettuare la denuncia. In caso di danno biologico si ha diritto ad un indennizzo Inail tarato sulla base della percentuale di danno biologico. A seconda della patologia, oltre alle cifre in denaro, le cosiddette Prestazioni Inail coprono anche:

  • Cure ambulatoriali;
  • Cure termali e soggiorni climatici;
  • Fornitura di protesi, ortesi e presidi;
  • Assegni per assistenza personale continuativa;

Come fare a richiedere la copertura INAIL

La copertura da parte dell'INAIL si può ottenere effettuando la denuncia della malattia professionale che segue fasi specifiche:

  1. Il lavoratore comunica al datore di lavoro di aver contratto la malattia professionale entro 15 giorni dalla sua comparsa;
  2. Il Datore di lavoro Invia la denuncia all'INAIL competente per il territorio entro i 5 giorni seguenti;
  3. L'INAIL da il via ad procedimento amministrativo finalizzato verificare l'effettiva sussistenza della malattia;
  4. Se la malattia rientra tra quelle tabellari o il rapporto eziologico è dimostrato l'INAIL eroga le somme previste;

Alla denuncia va allegato il certificato medico e bisogna specificare i seguenti elementi:

  • il domicilio del lavoratore;
  • il luogo dove si trova ricoverato;
  • l'indicazione dei sintomi della malattia;
  • il luogo di lavoro;
  • l'orario di lavoro;
  • la retribuzione percepita;

Questo procedimento è effettuabile anche per via telematica. Ricordiamo che sono previste pesanti sanzioni per il datore di lavoro che non rispetta i termini dei 5 giorni per la comunicazione.

Cosa fare in caso di aggravamento della malattia

In caso di aggravamento il lavoratore può inviare un'apposita domanda, detta domanda di revisione, richiedendo una nuova visita di verifica, essa può essere effettuata:

  • dopo 6 mesi dal momento in cui è terminato il periodo di inabilità temporanea assoluta;
  • dopo 1 anno dal momento in cui si è manifestata la malattia (per chi non si è assentato dal lavoro) ;

Successivamente possono essere presentate altre domande, ma ognuna di essa deve essere effettuata a distanza di almeno un anno dalla precedente, e l'ultima di esse deve essere presentata entro i 15 anni dal momento della decorrenza della rendita INAIL. A quel punto l'INAIL effettuerà delle valutazion ie comunicherà la sua decisione al lavoratore tramite lettera. In caso di decisione sfavorevole il lavoratore può presentare un ricorso chiedendo una revisione della decisione.

Commenti

  • Simonetta Salucci 12/01/2021 - 19:27

    Quale medico può redigere la domanda per presentarla ad inail?

    Rispondi
    Redazione Corsisicurezza.it 21/01/2021 - 13:24

    Salve, l’obbligo di trasmettere il certificato medico di malattia professionale all’inail ricade sul medico o sulla struttura sanitaria che per primi diagnosticano e quindi certificano lo status di "ammalato" del lavoratore

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