Valutazione del rischio da esposizione a campi elettromagnetici o CEM: Cosa dice la normativa?

Quando ci si serve di elettricità o di utensili elettrici si genera un campo elettromagnetico che, nella maggior parte dei casi, ha un'intensità così bassa da non costituire pericolo per la salute. Tuttavia, certe apparecchiature emettono dei campi elettromagnetici particolarmente intensi, tanto da rappresentare una vera e propria fonte di rischio. Quando queste apparecchiature si trovano all'interno di un'azienda, ai sensi del D.lgs 81/08, scattano per il datore di lavoro determinati obblighi. Scoprire quali sono questi obblighi e approfondire l'argomento del rischio derivante da campi elettromagnetici è l'obiettivo di questa guida.

Definizione di campo elettromagnetico

Per la fisica è In fisica è un che descrive un'interazione elettromagnetica, per l'elettrodinamica classica è un campo tensoriale, per l'elettro dinamica quantistica è lo scambio di fotoni (particelle a massa nulla). In sintesi, il campo elettromagnetico, spesso abbreviato con l'acronimo CEM, viene originato localmente da qualsiasi tipo di distrubuzione di cariche e correnti elettriche variabili nel tempo, le quali si diffondono nello spazio sotto forma di onde elettromagnetiche e non è altro che l'interazione di un campo elettrico e di un campo magnetico. Ai sensi della normativa in vigore si possono considerare CEM:

  • i campi elettrici statici;
  • i campi magnetici statici;
  • i campi elettrici variabili nel tempo con frequenze inferiori a 300 GHz;
  • i campi magnetici variabili nel tempo con frequenze inferiori a 300 GHz;
  • i campi elettromagnetici variabili nel tempo con frequenze inferiori a 300 GHz.

Effetti dell'esposizione a campi elettromagnetici

I campi elettromagnetici più intensi sortiscono sul corpo umano degli effetti di tipo diverso che hanno diverse soglie di insorgenza e che si dividono in:

  1. Effetti diretti, che derivano da esposizioni di alta entità;
  2. Effetti indiretti, che derivano da esposizioni di basse entità.

Di seguito li andremo ad analizzare nello specifico.

Effetti Diretti dei Campi Elettromagnetici

Tra gli effetti diretti dei campi elettromagnetici possiamo elencare tutti quei cambiamenti provocati in un soggetto a seguito dell'esposizione ad un campo elettromagnetico che possiamo riassumere nella seguente tabella:

Tipologia di esposizione Effetti Diretti
Esposizione a CEM statici Vertigini e Nausea
Esposizione a CEM a frequenza inferiore a 100KHz effetti deleteri su organi sensoriali, nervi e muscoli
Esposizioni a CEM a frequenza pari o superiore a 10MHz riscaldamento di alcune parti del corpo o del corpo intero

Effetti Indiretti dei Campi Elettromagnetici

Per quanto riguarda gli effetti indiretti dell'esposizione ai campi elettromagnetici possiamo citare:

  • interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantati attivi (defibrillatori impiantati o pacemaker);
  • interferenze con dispositivi impiantati passivi (protesi articolari, chiodi, fili o piastre di metallo);
  • effetti su schegge metalliche, tatuaggi o piercing
  • rischio di proiettili a causa di oggetti ferromagnetici non fissi in un campo magnetico statico;
  • innesco di detonatori involontario;
  • innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi;
  • scosse elettriche o ustioni causate a correnti di contatto.

Rischio da Campo Elettromagnetico: La normativa

Dato il largo utilizzo di impianti ed apparecchiature elettriche, il rischio da CEM è uno di quei rischi che accomuna diversi luoghi di lavoro e settori produttivi, per tale motivo nel D.lgs 81/08 è presente un intero titolo dedicato a questo rischio: il Titolo VIII del Capo IV che dispone l'obbligo di valutazione del rischio. Oltre al Testo Unico per la sicurezza è bene specificare che per la valutazione del rischio da esposizione a CEM si fa riferimento anche a numerose norme tecniche, tra cui citiamo:

  • La norma CEI 211-6
    "Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettrici e magnetici nell'intervallo di frequenza 0 Hz 10 kHz, con riferimento all'esposizione umana";
  • La norma CEI 211-7
    "Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettrici e magnetici nell'intervallo di frequenza 10 kHz - 300 GHz, con riferimento all'esposizione umana".
  • La norma CEI EN 50499
    "Procedura per la valutazione dell'esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici".

Valutazione del Rischio da esposizione a CEM

La normativa colloca i CEM tra gli agenti fisici e dispone che la valutazione del rischio da campo elettromagnetico debba essere condotta in maniera integrata con la valutazione del rischio elettrico prestando particolare attenzione a due elementi:

  • valori di azione
    ovvero valori di esposizione a campi elettromagnetici fissati per legge il cui superamento fa scattare l'obbligo di adottare misure di prevenzione specifiche;
  • valori limite di esposizione
    ovvero valori di esposizione a campi elettromagnetici fissati per legge e che non devono mai essere superati;

Oltre a questi elementi bisognerà misurare

  • il livello, la durata e il tipo di esposizione;
  • lo spettro di frequenza;
  • effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori;
  • effetti indiretti e diretti di cui sopra;
  • informazioni raccolte nel corso della sorveglianza sanitaria;
  • sorgenti di esposizione;
  • eventuali esposizioni multiple e/o simultanee a campi di frequenze diverse;
  • individuare i lavoratori maggiormente esposti.

In base ai risultati emersi da tale valutazione il datore di lavoro dovrà valutare azioni di risanamento finalizzate a ridurre i livelli di esposizione. Ricordiamo che la valutazione del rischio CEM va integrata al DVR e deve essere aggiornata periodicamente ogni 4 anni ma, se i dati della sorveglianza sanitaria obbligatoria lo ritengono necessario, possono essere previste scadenze minori. In ogni caso, la valutazione è obbligatoria in occasione di cambiamenti all'organizzazione di lavoro che alterino i livelli di sicurezza (come l'introduzione di nuove attrezzature).

Esempi di azioni preventive e protettive

Se l'esposizione ai campi elettromagnetici è tale da costituire rischio per la salute dei lavoratori, il datore di lavoro potrà:

  • valutare l'implementazione di metodologie di lavoro che implichino un'esposizione minore;
  • valutare la sostituzione di alcune attrezzature con altre che emettono CEM di intensità minore;
  • utilizzare specifici dispositivi di sicurezza come ad esempio schermature o DPI;
  • provvedere alla manutenzione periodica delle attrezzature di lavoro;
  • riprogettare la struttura delle postazioni o dell'intero luogo di lavoro;
  • ridurre i tempi di esposizione dei lavoratori;
  • organizzare la sorveglianza sanitaria obbligatoria.

Inoltre, bisognerà somministrare ai lavoratori esposti al rischio l'informazione e la formazione specifica previste dagli articolo 36 e 37 del D.lgs 81.

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