Rischio derivante da Atmosfere esplosive: Normativa, obblighi e processo di valutazione del rischio
La normativa in vigore in materia di sicurezza sul lavoro in Italia, ovvero il D.Lgs 81/08 prescrive, ai datori di lavoro titolari di aziende in cui sia presente anche solo un lavoratore, l'obbligo di effettuare la valutazione di tutti i possibili rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'attività lavorativa. Oltre ai rischi di natura generale, diffusi in gran parte delle aziende, si possono presentare situazioni che espongono i lavoratori a rischi particolari e più. Uno di questi rischi, spesso sottovalutato ma di importanza cruciale, è quello che deriva dalla presenza di atmosfere esplosive. Comunemente noto come rischio esplosione, è diffuso in molte attività che, ad un primo sguardo, hanno poco o niente in comune. In questo articolo forniremo ai datori di lavoro e ai lavoratori delle basi per comprendere cosa sono le atmosfere esplosive, quali sono i rischi reali che derivano da esse e, soprattutto, come individuarli, valutarli e gestirli applicando le disposizioni previste dalla normativa.
Cosa si intende per Atmosfera Esplosiva?
L'articolo 288 del D.Lgs 81/08, noto come Testo Unico per la Sicurezza, fornisce una precisa definizione di atmosfera esplosiva, descrivendola come "una miscela con l'aria, a determinate condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori, nebbie o polveri."
Per essere più dettagliati, è indispensabile la presenza di:
- un comburente, che solitamente corrisponde all'ossigeno;
- un combustibile, che può assumere la forma di gas, vapori, nebbie o polveri.
È sufficiente che questi due elementi siano presenti contemporaneamente, sia in maniera abituale che accidentale, e miscelati secondo le giuste proporzioni durante un'attività, affinché si determini la presenza di un'atmosfera esplosiva. Quando a questa situazione si aggiunge una fonte di innesco, si crea un ambiente potenzialmente pericoloso in cui può verificarsi un'esplosione con conseguenti danni significativi alle strutture e gravi infortuni per i lavoratori presenti, talvolta anche fatali.
Differenza tra rischio esplosione e rischio incendio
Da quanto affermato è facile effettuare il collegamento tra rischio esplosione e rischio incendio tuttavia, pur essendo entrambi generati da combustione e dalla presenza del cosiddetto "triangolo del fuoco", ovvero comburente, combustibile e fonte di innesco, si tratta di due rischi distinti la cui differenza va individuata nel tipo di combustibile.
L'incendio è un tipo di combustione che si sviluppa in modo incontrollato nel tempo e nello spazio, e per originarlo è necessaria la presenza di comburente, fonte di innesco e qualsiasi combustibile (dunque anche carta, legno ecc...). Questo fa si che il rischio incendio sia presente, in livelli differenti, in tutte le attività.
L'esplosione, invece, è un tipo di combustione contraddistinta da una propagazione rapidissima e da una violenta liberazione di energia. Essa può generarsi solo in presenza delle tipologie combustibile indicate in precedenza (gas, vapori, polveri, sostanze instabili e fortemente reattive, o materiale esplosivo).
Quali sono le attività potenzialmente a rischio?
Si tratta di un rischio che accomuna diverse tipologie di attività e settori, ecco una lista esemplificativa:
- settore alimentare (specie nelle attività di stoccaggio e lavorazione di cereali, farine o zucchero);
- attività di filatura e lavorazione dei tessuti tipiche dell'industria tessile;
- falegnamerie e attività legate alla manipolazione e lavorazione del legno;
- industria chimica e petrolifera
- industria farmaceutica;
- industria metallurgica;
- attività di stoccaggio di carburanti;
- impianti di gas;
- attività di produzione di vernici, smalti, coloranti;
- carrozzerie;
- distillerie;
- aziende in cui si producono profumi.
Rischio Atmosfere Esplosive: normativa di riferimento
A livello europeo i rifermimenti normativi fondamentali per la sicurezza sul lavoro in presenza di atmosfere esplosive sono le cosiddette direttive ATEX, termine che deriva da "atmosphères" ed "explosibles", nello specifico si tratta di:
direttiva 2014/34/UE | nota come "direttiva di prodotto", è indirizzata ai produttori di apparecchiature utilizzate in zone a rischio esplosione; stabilisce i Requisiti Essenziali di Sicurezza (RES) per tali prodotti, rendendo obbligatoria la certificazione adeguata. |
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direttiva 99/92/CE | nota come"direttiva sociale", è finalizzata al miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori esposti al pericolo di atmosfere esplosive; si concentra sugli utilizzatori di impianti e attrezzature certificate. |
Le disposizioni contenute in queste direttive europee sono state attuate in Italia tramite due importanti decreti legislativi:
- Il D.Lgs 85/2016, che recepisce la direttiva 2014/34/UE.
- Il D.Lgs 81/08, Titolo XI - Protezione da atmosfere esplosive, che recepisce la direttiva 99/92/CE.
Cosa prevede la Direttiva 2014/34/UE?
La direttiva in questione riguarda la classificazione delle apparecchiature utilizzate in zone a rischio esplosione ed individua due macro-gruppi, divisi a loro volta in sottocategorie.
Gruppo I - prodotti da utilizzarsi in miniere grisutose;
Questa categoria include i prodotti progettati per l'utilizzo nelle miniere con presenza di grisù, un gas combustibile inodore e incolore, composto in prevalenza da metano e altri gas (azoto, anidride carbonica, etano ecc...).
In questo gruppo troviamo le seguenti sotto-categorie:
- M1, (apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un livello di protezione molto elevato)
- M2 (livello di protezione elevato)
Gruppo II - apparecchiature da utilizzare in superficie
All'interno di questa categoria, le sotto-categorie sono identificate da numeri da 1 a 3 seguiti dalle lettere G che sta per "Gas" o D che sta per "Dust", ovvero polvere. Queste designazioni indicano i livelli di protezione offerti:
- Categoria 1: Garantisce un livello di protezione molto elevato;
- Categoria 2: Offre una protezione a livello elevato;
- Categoria 3: Fornisce una protezione di livello normale.
Cosa prevede la Direttiva ATEX 99/92/CE?
L direttiva ATEX 99/92/CE è, invece, fondamentale per la classificazione delle diverse aree in cui è presente il rischio di esplosione, dette appunto Zone ATEX, distinguendo tra:
- luoghi in cui tale rischio è dovuto alla presenza di gas;
- luoghi in cui tale rischio è legato a polveri combustibili.
Nel caso delle zone ATEX in cui il rischio è dato dal gas, sono individuate tre aree:
Zona 0 | In cui l'atmosfera esplosiva è sempre presente o lo è per lunghi periodi |
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Zona 1 | in cui durante le normali attività, è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva |
Zona 2 | in cui durante le normali attività, la formazione di un'atmosfera esplosiva non è probabile |
La definizione di queste zone si basa su criteri chiave, tra cui:
- Quantità e posizione delle sorgenti di emissione di gas.
- Grado di emissione (continuo, primo grado, secondo grado).
- Grado di ventilazione (alto, medio, basso).
- Disponibilità della ventilazione (buona, adeguata, scarsa).
Invece, nelle Zone ATEX dove il rischio è legato alle polveri combustibili, le aree identificate sono;
Zona 20 | in cui è presente un'atmosfera esplosiva, sotto forma di nube di polvere combustibile nell'aria, in modo continuo o per lunghi periodi o frequentemente. |
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Zona 21 | in cui durante le normali attività, è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva |
Zona 22 | in cui durante le normali attività, la formazione di un'atmosfera esplosiva non è probabile |
Atmosfere esplosive: Obblighi per il datore di lavoro
Secondo il Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro il datore di lavoro delle aziende in cui il rischio di esplosione è presente devono, in primo luogo, dovrà:
- effettuare la valutazione dei rischi;
- individuare e classificare eventuali aree con rischio di esplosione;
- predisporre misure tecniche e organizzative per eliminare il rischio o ridurlo al minimo.
- prendere precauzioni per evitare che si verifichi l'accensione di atmosfere esplosive;
Le 5 fasi del processo di valutazione dei rischi di esplosione
Il datore di lavoro che intende effettuare la valutazione del rischio da atmosfere esplosive deve seguire un processo articolato in 5 fasi sequenziali:
- Classificazione delle zone a rischio
In questa fase, l'obiettivo è identificare le aree all'interno dello stabilimento in cui esiste un rischio potenziale di formazione di atmosfere esplosive. Questa valutazione comprende la quantificazione del tipo di emissione (continua, di primo o secondo grado). Tale analisi consente di riconoscere eventuali deviazioni dalle normali condizioni operative, individuando le cause iniziali e le misure di protezione insufficienti che, connesse tra loro, potrebbero portare a un incidente potenziale. - Valutazione del rischio di esplosione
Qui si stima la probabilità di accadimento di un'esplosione e i potenziali danni sia dal punto di vista della salute dei lavoratori che della sicurezza. Questa fase permette di valutare in modo accurato la gravità del rischio e di orientare le misure preventive. - Analisi dettagliata del rischio con strumenti specifici
Vengono utilizzati programmi di calcolo specifici o effettuate misurazioni per approfondire l'analisi del rischio. Metodi come l'analisi di operabilità (HAZOP) o l'individuazione dei modi di guasto (FMEA) sono strumenti tradizionali utilizzati per individuare eventi incidentali e comprendere dettagliatamente il rischio associato. - Eliminazione o riduzione del rischio mediante misure preventive
In questa fase, si implementano interventi mirati a prevenire o ridurre il rischio. Questi interventi possono essere di natura organizzativa (formazione del personale, procedure scritte, ecc.), di protezione (dispositivi di segnalazione ottica, strumenti per deviare le atmosfere in zone sicure, ecc.), interventi sull'emissione di sostanze (riduzione concentrazione, velocità di emissione, ecc.) o sulla ventilazione dell'area. - Verifica della conformità delle attrezzature per le zone a rischio
Questa fase comporta l'adozione di attrezzature conformi agli standard ATEX, progettate appositamente per operare in aree in cui può essere presente un'atmosfera esplosiva. L'uso di attrezzature ATEX è cruciale per garantire la massima sicurezza nelle zone a rischio.
Queste cinque fasi costituiscono un approccio sistematico per valutare, prevenire e gestire il rischio da atmosfere esplosive, proteggendo efficacemente i lavoratori e le strutture coinvolte.